Il centro storico di Vico del Gargano
Il centro storico di Vico del Gargano, uno dei “Borghi più belli d’Italia”, fra i più caratteristici ed affascinanti della Puglia.
Il centro storico di Vico del Gargano è davvero un bel borgo, fra i più suggestivi ed affascinanti soprattutto a chi vi si reca in visita per la prima volta, non a caso è entrato a far parte del circuito dei “Borghi più Belli d’Italia”.
Vico del Gargano si trova sul promontorio del Gargano, in provincia di Foggia.
A pochi chilometri dal mare, ha un centro storico molto caratteristico e tutto intorno la Foresta Umbra, con i suoi boschi di faggi, abeti e pini di Aleppo.
Sulla costa il paesaggio richiama gli odori degli agrumi, le arance e i limoni.
E naturalmente gli ulivi tipici del territorio pugliese.
A Vico sono celebri gli agrumi, l’arancia bionda e il limone femminello che insieme all’olio sono le produzioni agricole più importanti.
Il nome deriva da “vicus”, villaggio in latino, dal primo insediamento risalente al X secolo d.C. e si trasferirono le popolazioni dalle campagne circostanti.
Nell’XI secolo ai Normanni si deve la costruzione del primo castello; ampliato da Federico II di Svevia nel XIII secolo, al quale si deve l’intricato reticolo di strade strette e tortuose, i passaggi coperti, le sue abitazioni dall’architettura spontanea con la stalla al pian terreno, e i locali abitativi ai piani superiori, i “pieddi”, sono chiamate così le scalinate esterne d’accesso, e i portali scolpiti in pietra.
Guardate la bellezza dei portali in pietra e dei vecchi portoni di legno, noi ancora oggi ci fermiamo ad ammirarli.
Questo nucleo considerato il più antico, è il rione Civita, nel quale troviamo il Castello e la chiesa Matrice dell’Assunta.
Nel 1292 Vico del Gargano si circonda di un possente sistema di difesa, costituito da una cinta muraria guarnita di una ventina di torri.
Nel XVI secolo l’abitato si estese a sudest del Castello, il rione Terra.
Si eliminò la Porta del Castello e si provvide alla costruzione di una nuova cinta muraria attorno a questo nuovo rione, munita di torri cilindriche.
Tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo si ebbe un aumento della popolazione e prese forma il rione Casale all’esterno ed ai piedi delle mura che cingevano la Civita e la Terra.
Inoltre, non mancano i trappeti (gli antichi frantoi in Puglia), scavati nella roccia al di sotto delle abitazioni, per la molitura delle olive. Il più antico, documentato già nel 1318, scavato in una cavità naturale, sono raccolte la macina e le presse in legno per la spremitura delle olive.
Oggi è il Museo Trappeto Maratea, praticamente ai piedi del castello.
Le Comari sono romantiche, hanno partecipato più volte alla festa del Santo patrono di Vico del Gargano, San Valentino.
Dal 14 al 17 febbraio viene festeggiato con una suggestiva processione che attraversa il paese, adornato di arance e limoni.
L’evento porta il nome di “Terrarancia”
Ed è proprio in questa occasione che ci si dà appuntamento al “Vicolo del Bacio”.
Un piccolo angolo con una larghezza di 50 cm e una lunghezza di 30 m, dove tanti innamorati si sono incontrati, baciati e travolti dall’emozione di potersi toccare.
La leggenda racconta che, in passato, ci si accontentava di camminare in direzione opposta lungo il vicolo e data la ristrettezza del passaggio, sfiorarsi.
E poi, chi dona un arancio all’amato, prendendolo dall’addobbo del Santo durante la festa patronale, vedrà il frutto trasformarsi in un filtro d’amore.
Se ciò non dovesse avvenire, vi faremo innamorare di questo borgo
Info & contatti: scrivere a info@lecomaridipuglia.eu – Cell. 3402671389
La Befana vien di notte…
La Befana vien di notte… e cosa porta nel suo calzino di lana colorato, caramelle, cioccolatini, torroncini e il carbone dolce
La Befana vien di notte…
con le scarpe tutte rotte,
scende giù per il camino…
e porta tanti doni nel calzino!
Se sei stato un bimbo buono
tutti dolci per te sono,
se sei stato birichino
troverai un bel carboncino.
Questa è la filastrocca, la Befana vien di notte… che i bambini ascoltano in famiglia il 6 gennaio.
E’ il giorno dell’Epifania, parola di origine greca che veniva usata per indicare la manifestazione, attraverso un segno, di una divinità.
Con l’avvento del cristianesimo la parola “epifania” comincia ad indicare la festa, risalente ad un periodo successivo al II secolo d.C., celebrata per commemorare le manifestazioni divine di Gesù Cristo: il Suo battesimo nel Giordano, l’adorazione da parte dei Magi e il primo miracolo a Cana.
In Occidente l’attuale festa dell’Epifania ricorda l’arrivo dei Magi a Betlemme, luogo di nascita di Gesù, e la loro adorazione del Bambino, ed è l’adorazione dei Magi.
Ma per noi è la Befana, figura di tradizione popolare, il suo nome è associato ad una vecchietta che porta i doni ai più piccoli.
La Befana vien di notte…
E cosa porta nel suo calzino di lana colorato, caramelle, cioccolatini, torroncini e per i bimbi più vivaci il carbone dolce
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Le Comari hanno preparato a casa il carbone dolce, è facilissimo
CARBONE DOLCE
250 g di zucchero semolato
50 g di acqua
50 g di zucchero a velo
2 cucchiai di albume
coloranti per alimenti
Porzioni per 6/8 persone
Preparare una ciotola rivestendola con carta da forno.
Intanto mettere zucchero semolato ed acqua in un pentolino, e lasciar cuocere finchè lo sciroppo arrivi ad ebollizione, di solito in 5 minuti.
Preparate lo zucchero a velo con l’albume montato a neve ed il colorante nero, fino ad ottenere l’intensita’ desiderata.
Appena lo sciroppo raggiunge la temperatura, versare l’impasto di zucchero a velo e albume, e ancora qualche goccia di colorante.
Magia, il composto comincerà a gonfiare, è bellissimo da vedere!
Versare subito nella ciotola preparata, far raffreddare ed asciugare qualche ora ed infine tagliarlo a pezzi.
E perchè non un carbone di colore rosa, lilla, verde o azzurro, brillanti come gli occhi dei bambini a cui lo regalerete
Il pumo pugliese
Il pumo pugliese
Il pumo pugliese
Il tipico manufatto è un antico portafortuna e uno degli oggetti più rappresentativi dell’artigianato locale pugliese, anzi il più caratteristico.
A cosa si ispira? Nell’antica Roma la dea Pomona era la divinità dei frutti. Ed è proprio al suo culto che si ispira il pumo pugliese.
Questo oggetto, il cui nome deriva dal termine latino “pomum” (frutto), è noto per la sua forma simile ad un bocciolo racchiuso tra le foglie di acanto, di solito 3, a volte 4, e devono avere la punta rivolta verso l’esterno. Richiama la purezza, la capacità di rigenerarsi, la fecondità, la prosperità e la ricchezza.
Il significato di prosperità, fortuna e fecondità è di buon auspicio per tutti.
Ed è così che il pumo pugliese è diventato un oggetto beneaugurale, per la famiglia e per la casa: già le famiglie nobili pugliesi scelsero il pumo come elemento decorativo delle facciate dei loro palazzi, dei corrimani, delle ringhiere e delle balaustre di scale e balconi.
Talvolta personalizzavano i propri pumi con gli stemmi della famiglia.
Ancora oggi rappresenta il portafortuna per eccellenza della tradizione pugliese oltre che un grazioso ricordo di un viaggio in Puglia, purché, venga regalato o ricevuto in dono.
E per le stesse ragioni molti sposi scelgono il manufatto pugliese come bomboniera da donare ai propri invitati, per poter condividere con loro l’augurio di prosperità, fecondità e benessere che il pumo porta con sé.
Alle versioni più classiche, ricoperte di smalto bianco, rosso, verde, azzurro, e altri colori si affiancano creazioni più elaborate dalla superficie lavorata e rugosa come fosse una pigna. Tutte in ceramica
Le sue forme e la raffinatezza della lavorazione lo rendono adatto ad ogni occasione e ad ogni arredamento tanto che oggi il pumo è diventato un vero e proprio oggetto glamour apprezzato anche al di fuori dei confini della Puglia.
Le Comari hanno avuto in regalo un pumo rosso, colore natalizio
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Wiki Loves Monuments Italia: ecco i vincitori
Wiki Loves Monuments Italia: ecco i vincitori. Il podio è tutto pugliese
Wiki Loves Monuments Italia: ecco i vincitori
Per la nona edizione del Wiki Loves Monuments Italia, il più grande concorso fotografico del mondo, organizzato da Wikimedia Italia, il podio è tutto pugliese
1) Mareggiata _ Polignano a mare di Nicola Abbrescia
2) Brindisi _ Teatro Verdi particolare della facciata di Gabriele Costetti
3) Tutto Rosa _ Lesina Oasi dei fenicotteri in provincia di Foggia di Alberto Busini
La giuria nazionale, composta da fotografi professionisti ed esperti della comunità di Wikimedia Italia, ha incoronato
al primo posto Mareggiata Polignano a mare, scatto di Nicola Abbrescia che immortala Cala Porto, durante una mareggiata in inverno, stagione poco usuale per le foto a Polignano. L’ immagine valorizza l’esuberanza della natura esplosiva in contrasto con il piccolo borgo di Polignano a ridosso della scogliera.
Ma allo stesso tempo in equilibrio

Mareggiata _ Polignano a mare
Al secondo posto Gabriele Costetti con Brindisi _Teatro Verdi, veduta esterna del teatro comunale.
Foto in bianco e nero che sottolinea con eleganza il contrasto fra la struttura architettonica moderna e verticale del teatro e le rovine archeologiche antistanti.
E’ l’insieme fra passato e presente della città di Brindisi

Wiki Loves Monuments Italia
Il terzo posto va ad Alberto Busini che con Tutto rosa mostra l’oasi dei fenicotteri di Lesina, in provincia di Foggia.
Questa immagine dall’atmosfera incantata ci fa sognare, come in una fiaba, ma che nelle sfumature della nebbia, ci fa guardare oltre, in lontananza.

Il concorso, diventato fra i più importanti del web, ha un obiettivo ambizioso: mostrare i migliori 10 scatti da ammirare e riutilizzare nel web per la bellezza del patrimonio artistico e paesaggistico italiano.
E quello di raccogliere immagini di monumenti per documentare il patrimonio storico e culturale di ogni nazione e illustrare le pagine di Wikipedia.
Il prossimo passo per le 10 foto vincitrici è previsto per gennaio, quando la giuria internazionale di Wiki Loves Monuments eleggerà lo scatto più bello a livello mondiale, scelto tra le migliori raccolte in tutti i Paesi partecipanti alla competizione.
La Festa di San Martino
La Festa di San Martino, vino novello e castagne
La Festa di San Martino
L’11 novembre è la Festa di San Martino, che celebra, per tradizione, San Martino ed è anche la festa del vino novello.
La Festa di San Martino celebra la generosità di un santo, prima soldato valoroso di origine ungherese, motivo per cui la festa è molto presente in Ungheria, poi eremita in Francia e infine Vescovo di Tours, motivo per cui si celebra in Francia.
Naturalmente, si festeggia anche in Italia, in diverse regioni, e in Puglia
Sappiamo che ha donato metà del suo mantello e dei suoi viveri ad un povero ricevendo in premio la così detta “Estate di San Martino”, cioè quei 2-3 giorni di metà novembre spesso più caldi.
Le tradizioni cristiane facevano iniziare a metà novembre il periodo di digiuno e penitenza antecedenti il Natale e, dal momento che in questo periodo era necessario svuotare le botti per il vino nuovo, ecco che i contadini approfittavano di due giorni per godere dei prodotti della terra e terminare tutto il vino dell’anno precedente, condividendo momenti di gioia.
Altro regalo dal cielo: il mosto che diventa vino. La Festa di San Martino celebra il vino novello
Il vino novello è innanzitutto il vino nuovo, fresco di vendemmia, giovane di produzione e stagionale.
Infatti, si preferisce consumarlo entro la fine dell’anno della stessa vendemmia, per apprezzare appieno tutte le sue caratteristiche.
È un vino facile e beverino, dal colore rosso vivace, acceso, con sfumature violacee che rivelano la giovane età. Al gusto è quindi fresco, giovane e fragrante
Per tradizione, il vino novello si lega alla cucina autunnale. Per la Festa di San Martino
Predilige i frutti che la terra offre in questa coloratissima stagione, come caldarroste e i funghi
Tutto ciò che è tipico sono il sedano, le rape stufate con la cipolla, gli involtini di interiora di agnello o capretto, i funghi
E le caldarroste, le castagne arrostite sul fuoco bevendo vino
Provate, è tutto veramente buono!!!